By Claudio Gallo
Il Premio “Emilio Salgari” di letteratura avventurosa ha una storia lunga. Forse un primo momento significativo fu il convegno promosso nel Duemila dalla Biblioteca Civica di Verona, Salgari e altro, concluso con una cena salgariana nella splendida villa Bertani in località Novare, Arbizzano, in Valpolicella. Fu la prima volta che, insieme agli studenti e ai docenti dell’Alberghiero “Berti” del Chievo, fu riprodotta la torta dal manto di tigre che il pasticciere Capobianco del Caffè Dante di Piazza dei Signori aveva realizzato in onore dell’appendice di Emilio Salgari: La Tigre della Malesia. Correva l’anno 1883.
Fu probabilmente la scintilla che convinse Francesco Quintarelli, padre fondatore della Valpolicella moderna, a ipotizzare un connubio tra quella terra e lo scrittore Emilio Salgari il cui ramo paterno aveva in quella terra origini e proprietà, mentre quello della madre era, non a caso, veneziano. E proprio a Venezia Salgari visse per qualche tempo sognando di diventare capitano di gran cabotaggio
Quintarelli mosse mari e monti per dare vita a un premio letterario dedicato al popolare scrittore e si impegnò così a fondo che, persino ai salgariani di lungo corso, sembrò talvolta eccessivo.
Quintarelli comprese l’importanza di legare il territorio con lo scrittore: Valpolicella e Salgari. Seguirono anni difficili di riunioni senza esiti alle quali parteciparono amministratori, industriali, ristoratori, operatori turistici, insegnanti… Di quella prima stagione resiste Nini Piglialepre, un uomo concreto, solare, operativo. Una straordinaria risorsa del premio, che ha dato molto, moltissimo, senza chiedere nulla in cambio.
Solo nel 2005 la situazione decollò grazie all’Amministrazione di Negrar, sindaco Alberto Mion, e dell’allora assessore alla Cultura Roberto Grison che coagulò risorse ed energie,: per la prima volta intervennero la Regione, la Provincia di Verona, i comuni della Valpolicella…
Fu creata e adottata la formula originale del Premio: selezione di opere di qualità che rivisitavano modernamente l’esperienza salgariana da parte di una giuria di esperti (Luca Crovi; Alan Altieri, Darwin Pastorin, Paola Pioppi, Gianfranco De Turris); promozione della lettura nel territorio con varie iniziative attraverso associazioni culturali, circoli dei lettori e biblioteche per far votare i lettori.
Si operava in un terreno vergine perché non esistevano premi dedicati all’Avventura e se lo splendido vino della Valpolicella (dal Classico all’Amarone) si dimostrò convincente preludio d’amore, il nome di Salgari, che si scoprì conosciuto e stimato oltre ogni previsione, diede invece grande prestigio favorendo contatti, attenzioni, disponibilità.
Oggi il professor Quintarelli sarebbe contento di scoprire che gli scrittori parlano pubblicamente con rispetto della Valpolicella. Il sogno di valorizzare la sua terra si poteva ottenere nel tempo senza forzature (cui spesso indulgeva, superate con grandi e aspre discussioni).
I mezzi di comunicazione sono attenti al Premio. La stampa, la radio, la televisione si sono più volte occupati del binomio Salgari-Valpolicella. Le case editrici annunciano sulle bandelle la vincita del Premio, in diverse città italiane le librerie hanno dato evidenza ai nomi dei vincitori… In Germania nel presentare Alfredo Colitto gli editori tedeschi preferirono indicare la sua partecipazione al Premio Salgari piuttosto che la vittoria in altri premi apparentemente più importanti perché “questo sì” era un nome conosciuto; la stampa messicana ha parlato della premiazione di Paco Taibo II più di quella italiana; Massimo Carlotto ha riferito che in una convention di scrittori internazionali avevano tutti come comune denominatore Emilio Salgari; Pino Cacucci, purtroppo senza fortuna, ha appena invitato i vini della Valpolicella e gli organizzatori del Premio al Festival Cruzando Fronteras che si terrà a Mahahual in Messico tra il 18 ed il 24 febbraio 2014… Mai avremmo pensato di vedere tre grandi scrittori americani (Victor Gischler, Joe R. Lansdale, Tim Willocks) discutere a Settimo di Pescantina di Salgari come se fosse un vecchio compagno di scuola: in quel momento abbiamo capito che Valpolicella, Verona e Salgari erano un abbinamento vincente.
Figure importanti sono state, prima, Gianfranco De Turris, giornalista Rai, grande esperto di fantascienza e fantastica, da Lovecraft a Tolkien, e, poi, Luca Crovi, redattore della Sergio Bonelli, conduttore della fortuna trasmissione radiofonica Tutti i colori del giallo, espertissimo di letteratura noir, consulente editoriale, fondamentale nel costruire rapporti con gli scrittori e il mondo editoriale. Oggi il vero motore del Premio.
L’Edizione 2006 ha come vincitori Valerio Massimo Manfredi, L’impero dei draghi, Mondadori, Valerio Evangelisti, Il collare di fuoco, Mondadori, Alan D. Altieri, L’eretico, Corbaccio.
Risulta vincitore della Giuria Popolare L’impero dei draghi, Mondadori, di Valerio Massimo Manfredi e la Cerimonia di consegna del Premio, 9 settembre 2006, avviene nella piazza di Negrar
L’Edizione 2008 ha come vincitori Wu Ming, Manituana, Einaudi, Folco Quilici, I miei mari, Mondadori, Kai Zen, La strategia dell’ariete, Mondadori
Risultano vincitori della Giuria Popolare a pari merito Manituana, Einaudi , di Wu Ming e I miei mari, Mondadori , di Folco Quilici-e la Cerimonia di consegna del Premio, 13 settembre 2008, avviene a Villa Albertini, Arbizzano.